martedì 18 giugno 2013

11/03/2011 - Per non dimenticare

L'11 Marzo 2011 un violento terremoto con conseguente tsunami ha colpito il Giappone. Il terremoto ha lasciato dietro di sé una scia di 30.000 vittime ed il rischio di un disastro nucleare.

Tutti ne abbiamo sentito parlare al telegiornale, ne abbiamo letto sui quotidiani o su internet. Dietro le notizie che ci hanno raccontato, però, ci sono le storie di chi ha vissuto in prima persona questo cataclisma e ne ha pagato, sulla propria vita, le conseguenze.
Persone che, non troppo diversamente da noi, vivevano la propria vita e d'improvviso si sono ritrovate con la terra che gli tremava sotto i piedi e la consapevolezza che tutto sarebbe cambiato.

Noi di Pacchia Vera vogliamo condividere con voi la storia di Kamaishi, di Ayako e della sua famiglia e di un gruppo di italiani, che pur trovandosi a diecimila chilometri di distanza, ha cercato una via per aiutarli.

Kamaishi prima del terremoto (destra) e dopo (sinistra)

Kamaishi è una piccola e splendida cittadina sul mare di quarantamila abitanti, che si trova nel nord-est del Giappone.
Kamaishi, colpita duramente dal terremoto, è anche la città in cui è nata e cresciuta la nostra amica Ayako.
Aya, che ho conosciuto nel 2010, è una persona che trasmette tanta gioia e allegria, ha un sorriso contagioso ed è impossibile non affezionarsi a lei.

La casa di Aya

Quando c'è stato il terremoto Aya si trovava a Tokio, lontana dalla sua famiglia. "Per la prima volta nella nostra vita ci siamo trovati di fronte alla situazione in cui dover trovare e sperare di trovare i propri familiari, i propri amici, vivi. Quelle situazioni in cui speri di non dover trovarti mai, quando i tuoi cari diventano solo dei nomi da cercare insieme a mille altri...a noi la disperazione ci ha presi, però la speranza non è mai svanita, soprattutto grazie al supporto degli amici" racconta Aya ricordando quei momenti. La nostra amica ha dovuto aspettare due giorni, che le saranno sembrati eterni, per sapere che tutta la sua famiglia stava bene.

Aya viene da una famiglia di pescatori ed ha rischiato davvero di non riabbracciare tutti i suoi cari. Hiroshi, il fratello di Aya, e suo padre, con lo tsunami in arrivo hanno avuto il coraggio di prendere la loro barca e andare a largo per evitare di perderla.
Forse si potrebbe pensare che, invece che coraggio, la parola giusta da utilizzare sarebbe incoscienza. Rischiare la propria vita per una barca? Solo un folle potrebbe arrivare a tanto! 
Ovviamente è facile giudicare una scelta così estrema, per chi ha le proprie certezze e vive un'esistenza tranquilla. 
Invece, solo una persona coraggiosa avrebbe potuto pensare di rischiare la propria vita per garantire un futuro alla sua famiglia, per permettere ai propri cari di continuare a vivere una vita dignitosa, per avere un lavoro, per rimettere insieme i pezzi contando solo ed esclusivamente sulle proprie forze.
Il peschereccio della famiglia di Aya

Il papà, il fratello di Aya e la loro barca, dopo la tempesta, hanno attraccato al porto di Kamaishi sani e salvi. Solo tre delle cento navi registrate in città sono uscite indenni dal terremoto.
Hiroshi si è fortemente impegnato sia a ricostruire la sua città sia a supportarne moralmente gli abitanti.

Per aiutare questa piccola cittadina, Kumiko (di origini giapponesi, ma nata e cresciuta a Milano e attualmente residente a Londra) con il contributo di sua sorella Ryoko, di tutta la loro famiglia e dei miei amici Lory&Pierpa, ha lanciato l'iniziativa Kamaishi Support Italy per raccogliere qualche fondo e fornire, anche a distanza, un aiuto concreto per aiutare i kamaishiesi a riprendere in mano la propria terra e la propria vita.Ora, a distanza di due anni, è nata l'iniziativa "Per non dimenticare".

Il peschereccio uscito indenne dal tsunami di due anni fa, non ha più una bandiera.
Per un pescatore giapponese, la TAIRYOU BATA (questo è il nome della bandiera) della sua nave ha un significato profondo. Gli viene regalata da parenti, amici e conoscenti durante una cerimonia che si tiene ad agosto per supportare e augurare una grande pesca per l'anno successivo.
Quindi, come auspicio e aiuto di buona fortuna, l'iniziativa "Per non dimenticare" sta raccogliendo i fondi per realizzare questa bandiera.
La Tairyou Bata verrà disegnata da Aya, che inserirà anche i nomi di chi ha aiutato e supportato Kamaishi. Ad agosto Ryoko andrà in Giappone in rappresentanza dell'Italia e consegnerà personalmente la bandiera a Hiroshi.

I colori della Tairyou Bata richiamano i nostri colori nazionali 

Il costo di realizzazione della bandiera è di 40000 yen, che corrispondono a circa 350 euro. Nel caso vogliate partecipare, sul gruppo facebook Per non dimenticare troverete tutte le informazioni per contribuire in prima persona.

Io il mio aiuto l'ho dato. Quando vengono istituite delle raccolte di denaro, tendo sempre ad essere un po' scettica, in quanto non si ha mai la garanzia che i fondi arriveranno effettivamente a destinazione. Vorrei quindi, ringraziare Kumiko, Aya e Lorena per avermi dato la possibilità di aiutare davvero il Giappone.
E ovviamente le ringrazio per aver contribuito alla stesura di questo articolo.

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