E' questa l'immagine che caratterizza il Giro d'Italia 2013, conclusosi
lo scorso 26 maggio. Vincenzo Nibali che taglia in solitaria il traguardo delle
Tre Cime di Lavaredo con indosso la maglia rosa. Una tappa e tutta una ultima
settimana di giro con condizione climatiche avverse, freddo e neve che rendono
ancor più memorabile l'impresa del ventottenne di Messina.
Un giro senza storia, che perde presto due possibili protagonisti come Hesjedal e
Wiggins vincitori rispettivamente di Giro e Tour 2012 e dominato in lungo e in
largo da Nibali, capace di vincere due tappe.
E l'impresa di Nibali riscatta uno sport purtroppo sempre funestato da notizie di
doping.
Anche in questo giro due positivi ai controlli, il caso più clamoroso la positività
di Danilo Di Luca, vincitore del Giro 2007, all'Epo.
Quello che resta impresso è la rabbia dello "squalo dello Stretto" (questo il soprannome
di Nibali fin dagli esordi) a fine gara, quando dichiara che voleva dare un segnale,
che il ciclismo si può fare con la fatica vera e il sudore, senza imbrogli e scorciatoie.
Perchè vincere e perdere fa parte della vita prima ancora che dello sport.
Il volto bello di questo sport e che emoziona è anche l'immagine di Valerio Agnoli
che piange dopo il traguardo che incorona il proprio compagno di squadra di Nibali.
Non riesce nemmeno a parlare, perchè hanno vinto il Giro, sì hanno vinto tutti,
perchè in ogni colpo di pedale di un gregario c'è un pezzo di questa vittoria.
Pacchia Vera vede la luce per caso, una sera piovosa, davanti al cinema Rondinella di Sesto San Giovanni, ridente ex cittadina operaia appiccicata a Milano....perché? Perché chi esce sorridente da 4 mura, nonostante la visione dei film seriosi proiettati in posti simili, il lato bello della vita lo sa trovare sempre. Eccoci qua, per ricordarvi, tra le difficoltà e gli affanni di tutti i giorni, cos'è lo spasso, cosa ci piace. La Pacchia Vera!
mercoledì 29 maggio 2013
Un rosa che illumina e colora le Dolomiti
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